Egitto: il monastero di Santa Caterina sulle montagne del Sinai Uno dei luoghi simbolo del cristianesimo in Medio Oriente
Non solo Piramidi di Giza! Nei nostri tour FrateSole andiamo a scoprire la terra dei Copti, una delle chiese cristiane più antiche, erede della tradizione millenaria del monachesimo egiziano, approfondendo le sue origini e la sua storia, passando per luoghi noti e meno noti dell’Egitto, in suggestivi itinerari di monasteri secolari. Di questi il più importante e ancora popolato, è il monastero greco-ortodosso di Santa Caterina: il convento sorge alle pendici del Monte Sinai, luogo in cui, secondo la tradizione, Dio consegnò a Mosè le tavole della legge.
Il monastero di Santa Caterina (o in greco Μονὴ τῆς Ἁγίας Αἰκατερίνης) è un monastero del VI secolo situato ai piedi del monte Sinai ad una altitudine di 1500 metri s.l.m, alla foce di un canyon quasi inaccessibile: per raggiungerlo è necessario percorrere una strada che attraversa buona parte del deserto per poi inerpicarsi tra rocce granitiche giallo-rossastre, in un paesaggio misterioso e sospeso nel tempo che da sempre lascia a bocca aperta i visitatori. Dedicato a Santa Caterina d’Alessandria, costruito 1400 anni fa dall’imperatore bizantino Giustiniano, è il più antico monastero cristiano ancora esistente. Nel 2002 è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO per la sua architettura e perché luogo sacro per tre grandi religioni: cristianesimo, islam ed ebraismo.
Inizialmente nel 328 d.C, in questo luogo vi era solo una piccola cappella fatta costruire da Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, in corrispondenza del punto dove, secondo la tradizione, Mosè parlò con Dio. In seguito, fra il 527 e il 565 l’imperatore Giustiniano I di Bisanzio accanto alla cappella fece costruire il monastero, il cui nome originale era monastero della Trasfigurazione, successivamente chiamato monastero di Santa Caterina perché poco distante da esso, in una grotta sul monte Sinai, attorno all’800, i monaci ritrovarono i resti del corpo della Santa, che portati all’interno del monastero, divennero oggetto di culto per i numerosi pellegrini. Nata ad Alessandria d’Egitto nel 296 d.C. da una famiglia pagana, ricca e istruita, Caterina si convertì al cristianesimo, costretta a subire vessazioni fino al martirio della ruota e della decapitazione: la tradizione vuole che il suo corpo fosse stato trasportato sul Sinai dagli angeli. Per difendere le reliquie della Santa dai predoni, Giustiniano circondò il monastero con mura possenti alte fino a 20 metri e addestrò un piccolo esercito di guardie.
Il complesso monastico è importante anche per la religione islamica, poiché vi è conservato un documento, scritto da Maometto, con cui si accordava la protezione al monastero, perché all’interno di esso, il profeta era stato accolto e protetto dai nemici. In virtù di questo documento il monastero sopravvisse alla dominazione araba, anche se i monaci erano stati dispersi. All’interno delle sue mura fu costruita una moschea, che però non venne mai aperta al culto, perché, per errore, non era stata orientata verso la Mecca.
Indubbia è l’immensa importanza storica delle opere contenute all’interno del monastero, tra cui la seconda più grande raccolta di codici e manoscritti del mondo, superato solo dalla Biblioteca Apostolica Vaticana. In esso si trovano più di 3.500 volumi in greco, copto, arabo, armeno, ebraico, georgiano, siriaco e altre lingue, da qui veniva anche il famoso Codex Sinaiticus, una delle principali fonti di tutte le traduzioni della Bibbia, che oggi dopo vari passaggi si trova esposto al British Museum. Inoltre vi si trovano opere d’arte uniche, tra cui mosaici, come quello della Trasfigurazione di Cristo considerato il più antico della Chiesa d’Oriente, icone russe e greche antichissime, paramenti religiosi, calici e reliquiari.
Santa Caterina è un luogo di incontro tra ebraismo, cristianesimo e islam – ha commentato durante la cerimonia per l’inaugurazione dei restauri nel 2017 il ministro El-Enany – È espressione di quello che chiamiamo il genio dell’Egitto, con i suoi riflessi sull’armonia tra le componenti del suo grande popolo.
Un’armonia che i monaci, nel cuore del Sinai tormentato di oggi, vogliono continuare con la loro storia preziosa ad annunciare.
Fonti:
- www.sinaimonastery.com
- Cathopedia

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